Sono tornato in Sardegna a distanza di tre anni dall’ultima volta (ecco la mia esperienza nella Sardegna orientale), scegliendo a sto giro il lato opposto, la costa occidentale. In questo articolo vi racconto cosa vedere e dove mangiare nella Sardegna ovest.
Sardegna Ovest: itinerario di viaggio
Se nel viaggio passato nella parte orientale dell’isola avevo preso l’aereo e poi noleggiato un’auto, questa volta sono sceso nella Sardegna ovest in traghetto da Genova, portandomi dietro la macchina e risparmiando quindi qualcosina.
E’ una buona soluzione, da tenere in considerazione. All’andata, vista la traversata notturna, ho prenotato in cabina e ho dormito abbastanza bene. Il ritorno invece, sempre con partenza serale, l’ho fatto in poltrona, dormendo per terra in un sacco a pelo. Vero che ho risparmiato, però non è proprio il massimo della vita. Attenzione che di notte l’accesso alle auto è proibito.
E’ stato un viaggio di 5 giorni pieni, a inizio estate, che mi ha purtroppo “regalato” anche diversi momenti di pioggia, talvolta consistente, portandomi quindi a improvvisare modifiche dell’ultimo minuto agli itinerari.
Da Porto Torres, luogo di arrivo del traghetto, sono sceso fino ad Alghero, una città molto interessante. I dintorni offrono siti d’interesse nuragici e archeologici che meritano una visita.
Ho trascorso la maggior parte dei giorni nella provincia di Oristano. Qui sono tornato in un paesino che avevo già avuto modo di vedere tantissimi anni fa durante una vacanza con amici, ma di cui ricordavo ben poco: Bosa.
Mi sono innamorato della famosa spiaggia Is Arutas, una delle più belle in cui abbia mai messo piede, e sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’isola di Mal di Ventre, area marina protetta priva di servizi e ricca di calette silenziose.
Ho mangiato divinamente in un ristorante gourmet vicino a Cabras e non mi sono fatto mancare il maialetto in un home restaurant molto casalingo. Tenete presente che è stato molto complicato trovare un posto libero dove mangiare il rinomato porceddu: agriturismi che aprono a luglio oppure solo nei weekend oppure ancora serve un numero minimo di persone. Nella Sardegna orientale invece non avevo assolutamente avuto problemi.
Infine, rientrando verso Porto Torres per prendere il traghetto di ritorno, mi sono spostato centralmente a circa quaranta minuti per una visita di qualche ora a Castelsardo (SS), iscritto nell’elenco dei borghi più belli d’Italia. Se avete tempo, fateci un pensierino!
Bene, dopo questa prima parte dedicata a un riassunto del mio viaggio, andiamo a scoprire le cose secondo me da non perdere nella Sardegna ovest e i locali dove immergersi nella cucina del territorio.
Cosa vedere nella Sardegna Ovest: 7 luoghi
1. Alghero
Situata a una quarantina di minuti a sud di Porto Torres, Alghero è una città del Sassarese che merita sicuramente una visita durante una vacanza nella Sardegna ovest.
Si tratta di una città marinara fortificata, in cui si parla comunemente una seconda lingua, l’algherese, che sarebbe un dialetto del catalano. Questo perchè fin dal Trecento Alghero ha subito un lungo dominio degli aragonesi che hanno introdotto culture e tradizioni proprie all’interno del territorio. Tant’è che tutt’oggi, girando a zonzo tra le vie del centro storico, si trovano le diciture sia in italiano che in catalano!
Alghero si caratterizza per un buon numero di torri e bastioni difensivi, ancora perfettamente conservati. Il centro principale della Riviera del Corallo, tratto costiero che si allunga per 90 chilometri, accoglie i turisti con la Cattedrale di Santa Maria e la Chiesa di San Francesco, che rimanda all’architettura tipica catalana.
Da non perdere il Museo del Corallo, luogo d’interesse dedicato al corallium rubrium, il corallo rosso, prezioso organismo marino che popola i fondali del Mediterraneo.
La tradizione orafa legata alla pesca e alla lavorazione del corallo rosso ha origini antichissime. Da questa pregiata risorsa vengono forgiati straordinari gioielli: anelli, collane, braccialetti, orecchini… Pensateci, se volete fare o farvi un regalo made in Alghero!
2. Necropoli di Anghelu Ruju
I dintorni di Alghero sono ricchi di antichi siti da visitare. Tra questi, consiglio una visita alla Necropoli di Anghelu Ruju, il più esteso complesso di sepolture dell’epoca prenuragica.
Scoperta solo nel 1903, è oggi un luogo museale aperto al pubblico, dove si possono ammirare ben 38 domus de janas, ovvero tombe scavate nella roccia a partire dal 4300 a.C..
Le grotte sepolcrali sono di due tipi: a pozzetto, caratterizzate da planimetria irregolare, e a corridoio, disposte a T o a raggiera. Talvolta riportano particolari rilievi e incisioni, come per esempio due teste di toro.
Orari di visita: aperto tutti i giorni eccetto il 25 dicembre. Da novembre a marzo 10-14, aprile maggio e ottobre 10-18, da giugno a settembre 10-19. Prezzo intero 5€, ridotto 4€, audioguida 3€. Possibilità di biglietto cumulativo con Nuraghe Palmavera senza scadenza: 8€ intero, 6€ ridotto.
3. Complesso Nuragico di Palmavera
Sempre nell’area di Alghero, a un quarto d’ora circa da Anghelu Ruju, sorge un altro affascinante luogo d’interesse per gli amanti della Sardegna preistorica.
Il Complesso di Palmavera, ubicato nel Parco Naturale Regionale di Porto Conte, è un’importante testimonianza della civiltà nuragica sarda. Si tratta di un nuraghe complesso, composto originariamente da tre torri e un villaggio di ben duecento capanne (di cui ne rimangono una cinquantina oggi).
Il villaggio è stato edificato in blocchi di pietre calcaree e arenarie a partire dal XV secolo a.C.. L’elemento più caratteristico è la capanna delle riunioni, camera in cui venivano prese le decisioni politiche riguardanti la vita nel villaggio, che ospita il seggio-trono del capo, di forma cilindrica.
Orari di visita: uguali a quelli della Necropoli di Anghelu Ruju. Possibilità di biglietto d’ingresso combinato con quest’ultima.
4. Bosa
Scendendo lungo la Riviera del Corallo si entra nell’Oristanese, dove ad attenderci c’è uno dei borghi più belli d’Italia: Bosa.
Posso dire con certezza che Bosa mi ha fatto un’impressione stupenda. Un vero e proprio tripudio di colori, un suggestivo agglomerato di casette color pastello che si riflettono nel Temo, l’unico fiume navigabile della Sardegna.
Innanzitutto per uno scatto da cartolina consiglio di partire da qui, punto panoramico situato sulla strada che sale in direzione Cuglieri. Riguardo il parcheggio, io ho lasciato la macchina gratuitamente sul lungofiume vicino al Ponte della Pace e poi mi sono incamminato.
L’ottocentesco Ponte Vecchio collega il centro con la parte meridionale del borgo. Qui si trovano le antiche concerie, oggi chiuse, che ospitano il Museo delle Conce, sito museale dove venire a conoscenza dei processi di lavorazione delle pelli e dei macchinari utilizzati.
Ripercorrendo il ponte si entra nel dedalo di viuzze che compongono il centro storico di Bosa. Subito all’inizio ecco il duomo, la Cattedrale dell’Immacolata Concezione, con la cupola rivestita da maioliche e graziosi affreschi all’interno.
Il quartiere medievale di Sa Costa, situato in posizione rialzata, è la zona più caratteristica, dove risaltano i colori delle case appiccicate tra loro, in un pittoresco intreccio di stradine, piazzette e scalinate. Sopra è situato il Castello dei Malaspina, risalente al XII secolo: una visita qui è d’obbligo anche solo per il panorama letteralmente mozzafiato che arriva fino al mare.
5. Is Arutas
Is Arutas, insieme a S’Archittu (vedi in alto, prima foto dell’articolo), è la spiaggia che mi ha colpito di più. Rientra tra le cale più belle da vedere assolutamente nella Sardegna ovest.
La spiaggia di Is Arutas fa parte del comune di Cabras, da cui dista un quarto d’ora di macchina. E’ libera, senza restrizioni d’ingresso (quindi non a numero chiuso). Presenti un chiosco, bagni e docce. Il parcheggio è a pagamento.
Si distingue per la particolare caratteristica della sabbia, composta da granelli di quarzo dalle varie tonalità di bianco e rosa. La “spiaggia dei chicchi di grano” è stata inserita anni fa tra le più belle del mondo.
6. Penisola del Sinis
Durante un viaggio nella Sardegna ovest non può mancare una tappa alla Penisola del Sinis, l’area di interesse principale della costa oristanese.
Innanzitutto consiglio una visita tranquilla al borgo di San Salvatore di Sinis, un paesino fantasma per la maggior parte dell’anno, che va a popolarsi soltanto nel periodo della celebre Corsa degli Scalzi, evento che si svolge tutti gli anni a settembre.
San Salvatore si caratterizza per le sue piccole casette di pescatori addossate l’una all’altra, dai tipici colori pastello. La suggestiva atmosfera “da film western” ha portato produttori cinematografici a registrare alcune scene nelle vie desolate del borgo.
Successivamente si può raggiungere Capo San Marco, promontorio posizionato nella punta meridionale della Penisola del Sinis. Qui hanno sede le rovine dell’antica città di Tharros, visitabili a pagamento, e la Torre di San Giovanni, fortificazione eretta a scopo difensivo.
Scendendo e proseguendo lungo il sentiero sterrato, affiancati da calette silenziose bagnate da acque trasparenti, ci si può inoltrare nella macchia mediterranea e arrivare al Faro.
7. Isola di Malu Entu
Tradotta erroneamente con il nome di Isola di Mal di Ventre, Malu Entu (cattivo vento) fa parte dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis, dal cui punto più vicino dista 8 chilometri.
E’ un’isola dove la natura e la quiete fanno da padrone assolute. Non esistono servizi, perciò occorre portarsi dietro tutto il necessario. Il sentiero che la attraversa si dirama in deviazioni che conducono a calette meravigliose, tra le quali segnalo Cala Saline, Cala Tamerici e Cala Valdaro.
La parte ovest è caratterizzata da scogliere e faraglioni, formando quindi un paesaggio spettacolare che gli appassionati di fotografia sapranno ben apprezzare. Lato est invece si trovano appunto le piccole spiaggette in cui rilassarsi e fare il bagno in un mare turchese.
L’isola di Malu Entu si può raggiungere attraverso un’escursione in gommone che parte dalla spiaggia di quarzo di Mari Ermi. Il prezzo è di 25 euro intero, 15 euro per bambini fino agli 8 anni e gratis per bambini fino a 2 anni. E’ necessaria la prenotazione telefonica.
Sardegna Ovest: dove mangiare
Dei vari locali in cui ho mangiato durante il viaggio nella Sardegna ovest, ne consiglio tre, di cui uno sito ad Alghero centro e due a Riola Sardo, vicino a Cabras.
Ad Alghero ho cenato al ristorante L’Incontro. Ho assaggiato come antipasto l’arancino caccio&pere, bolla di riso allo zafferano con mostarda di pere servito con cuore di pecorino sardo stagionato. Ho proseguito poi il tataki di tonno, ovvero tonno marinato in salsa di soia servito in crosta di semi di sesamo bianchi e neri.
Spostandoci poi in zona Oristano, ho fatto un’esperienza culinaria molto interessante al ristorante Su Murruai, situato a Riola Sardo. Tradizione campana e sarda fusa insieme, in un menu degustazione di 5 portate a scelta.
Tra i piatti preferiti ci metto la pintadera, ovvero raviolo aperto, brasato di pecora, spuma allo zafferano ed essenza di liquirizia, e il babà all’albicocca del Vesuvio, pepe di Sichuan e ricotta di bufala.
Sempre a Riola Sardo ho provato l’esperienza presso l’Home Restaurant Nonna Vecchia, dove mi hanno servito un classico menu fisso a base di vari antipasti (tra cui affettati, formaggi, insalata di maiale, polpette alla Vernaccia), ravioli al sugo, maialetto, agnello e torta della casa.
Una cena molto casalinga che mi ha ricordato un pò i pranzi della domenica in famiglia.
Eccoci al termine dell’articolo sulla Sardegna ovest. Spero possa esservi da spunto per la vostra prossima vacanza nella parte occidentale di questa splendida isola.
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