La Sardegna è una regione bellissima, che alle sue splendide coste unisce cultura, storia, buon cibo e tanto tanto verde. In questo articolo vi racconto la mia esperienza nella Sardegna orientale, attraverso un itinerario di una settimana.
Una settimana nella Sardegna orientale: consigli utili
La Sardegna orientale è stata una grande sorpresa per me, che sono partito con l’idea di trascorrere la maggior parte del tempo a crogiolarmi sotto il sole in baie da sogno.
Invece la mia vacanza relax si è trasformata in un viaggio intenso, perchè nella Sardegna orientale i posti da vedere e le cose da fare sono tante e diverse.
Il mare è un incanto, ma l’entroterra non è da meno, con le sue colline coltivate, gli antichi monumenti nuragici e i borghi pittoreschi delle montagne sarde.
La mia prima volta in quest’isola, risalente all’estate 2012, è stata una semplice vacanza con gli amici, dove passavamo il tempo tra spiaggia e aperitivi. A sto giro, nove anni dopo, sono voluto andare più a fondo.
Ho stilato un itinerario on the road, con tre alloggi diversi. Sono partito da Olbia, in Gallura, e sono sceso fino a Bari Sardo, nell’Ogliastra. Ho dormito a due passi dal mare, ma con la macchina mi sono spostato un pò ovunque, per riempire il viaggio di contenuti interessanti.
Le cose da raccontare sono tante, in quest’itinerario sulla Sardegna orientale, ma innanzitutto voglio lasciarvi una serie di info e suggerimenti da valutare prima di intraprendere il viaggio.
Come raggiungere la Sardegna orientale
Le modalità per arrivare a destinazione sono due:
- Aereo: l’aeroporto più comodo è quello di Olbia Costa Smeralda, situato a dieci minuti di auto dal centro cittadino di Olbia. Altrimenti, potete volare su Alghero (come ho fatto io, per questione di orari), sito a quasi due ore dalla costa orientale. Altra soluzione è l’aeroporto di Cagliari: in questo caso fate il giro al contrario.
- Traghetto: da vari porti italiani e non ci sono partenze continue verso la costa della Sardegna orientale. In Italia si può prendere il traghetto da Savona, Genova, Civitavecchia, Napoli, Palermo e Livorno. In questo caso, sarebbe meglio portare la vostra auto.
Quando andare e quanto stare nella Sardegna orientale
Per me, le destinazioni marine danno il loro meglio a inizio e fine estate. Infatti io scelgo sempre giugno e settembre per viaggiare in posti sul mare.
In particolare la seconda metà di giugno, anche se l’acqua è ancora freschetta per fare il bagno, regala giornate lunghe e non afose. Di contro, a settembre ci si tuffa molto volentieri, ma alle 20.00 è quasi buio.
Sono comunque convinto che anche maggio inoltrato possa essere un ottimo periodo. Di sicuro trovereste pochi turisti e buonissime temperature, anche per andare a camminare in montagna.
Circa la durata del soggiorno, vista la quantità di cose da fare nella Sardegna orientale, vi suggerisco di trascorrere minimo una settimana piena. Dieci giorni, a mio avviso, sarebbe l’ideale: in questo modo potreste staccare un pò di più la spina.
Come muoversi sull’isola
C’è la possibilità di spostarsi da una località all’altra attraverso il servizio autobus (vi rimando al sito di Sardegna Mobilità), però se si vuole godere al massimo il viaggio, l’auto resta la soluzione migliore.
Diversi luoghi, in particolare le spiagge, sono situati in posizioni improbabili da raggiungere via mezzi pubblici. Utilizzare un’auto diventa fondamentale per muoversi in libertà, su strade che nel complesso non sono troppo trafficate.
Se arrivate in traghetto e avete la vostra macchina, tanto meglio. Altrimenti la potete noleggiare, esibendo la patente di guida e una carta di credito, sulla quale verrà trattenuta una cifra di deposito cauzionale.
Scegliete l’assicurazione totale, con rimborso completo o senza franchigia, in modo da stare tranquilli. Pagate un pò di più, ma almeno non avete problemi nel malaugurato caso di danni.
Io solitamente prenoto il noleggio in anticipo in agenzia di viaggi. Raramente faccio direttamente con la compagnia, perchè non mi sento molto sicuro.
Dove dormire nella Sardegna orientale
Tutti e tre i posti dove ho soggiornato durante la settimana nella Sardegna orientale, si sono rivelati comodi e piacevoli.
Ho suddiviso in questo modo: Gallura, Nuorese e Ogliastra. In quest’ultima purtroppo ho passato poco tempo (ecco perchè 10 giorni sarebbero l’ideale).
Il primo alloggio è stato il B&B Terre di Gallura, collocato nelle immediate vicinanze di San Teodoro. Per intenderci, la spettacolare spiaggia di Cala Brandinchi è raggiungibile in tre minuti di auto. Una struttura moderna, molto curata, silenziosa.
Seconda tappa il B&B Le Ginestre, posizionato a Cala Gonone, frazione di Dorgali. Siamo nel Golfo di Orosei, a due minuti dal centro del paese. Offre un’ottima colazione in terrazza e il parcheggio gratuito sulla strada.
Ultima sistemazione Le Porte del Sole, nel centro del borgo di Girasole, in Ogliastra. Anche questo posto è ideale per raggiungere in breve tempo spiagge e punti d’interesse.
Tour della Sardegna orientale: itinerario di viaggio
1° Giorno: visita a Olbia e monumenti nuragici
Olbia
Il primo impatto con la Sardegna orientale l’ho avuto visitando la città di Olbia, situata in Gallura, nel nord-est dell’isola.
Olbia è carina, vivace e colorata. Il centro storico merita una passeggiata tranquilla, tra le sue stradine piene di negozi e localini dove fermarsi a fare un aperitivo.
Parcheggiate nei pressi del porto antico: qui si trova il Museo Archeologico di Olbia. All’interno potete trovare i relitti di vecchissime imbarcazioni.
Andate a caccia delle opere di street art, disseminate un pò ovunque nel centro cittadino, e fate una tappa nelle chiese di San Paolo e San Simplicio. La prima, in stile barocco, si mostra con una cupola rivestita di maioliche, mentre la seconda è quasi interamente in granito.
Nuraghi
Nel pomeriggio mi sono immerso nell’importante storia sarda. Le civiltà nuragiche hanno popolato l’isola durante un lunghissimo periodo che va dall’Età del Bronzo fino al III secolo d.C.
Nonostante il passare degli anni, la Sardegna ha mantenuto sul territorio molte di quelle antiche costruzioni chiamate appunto nuraghi. Consistono in torri a forma conica realizzate con l’uso di grandi blocchi di pietre.
Girovagando nei dintorni di Olbia, si possono visitare gratuitamente alcuni monumenti che risalgono all’epoca nuragica. Ve ne suggerisco due: il Pozzo Sacro “Sa Testa” e la Tomba dei Giganti “Su Monte ‘E S’Abe”.
Il Pozzo Sacro “Sa Testa” si trova a dieci minuti dal centro di Olbia. E’ una costruzione divisa in tre parti nella quale veniva praticato il culto dell’acqua, anche con la deposizione di offerte votive (vasi di terracotta, armi, oggetti di bronzo, ecc).
La Tomba dei Giganti “Su Monte ‘E S’Abe” invece è posizionata a un quarto d’ora di strada, nel mezzo della campagna gallurese. E’ un sepolcro collettivo, formato da un corridoio di sepoltura lungo 28 metri e coperto con lastre orizzontali, sovrastato originariamente da terra e pietre.
A pochi minuti dal monumento sorge, in posizione rialzata, il Castello di Pedres, di origine medievale. Rimangono solo dei ruderi, ma merita salire fin su per ammirare un panorama stupendo.
2° Giorno: relax in spiaggia, Posada e panorami da cartolina
I viaggi sono pur sempre vacanze, momenti di stacco dalle solite routine quotidiane. La Sardegna orientale ci viene incontro offrendo acque pazzesche in cui tuffarsi e abbandonare i pensieri.
Dopo una buona colazione al bar, ho raggiunto una delle spiagge più apprezzate della costa: La Cinta. E’ una distesa lunghissima di sabbia bianca e fine, baciata da un mare limpido e turchese.
Purtroppo sono rimasto poco, perchè a un certo punto ha iniziato a piovigginare. Tuttavia, non posso che suggerirvi questa spiaggia.
Posada
Quindi sono fuggito verso sud, alla ricerca del sole e di bei posti da vedere. A venticinque minuti d’auto c’è Posada, uno dei borghi più belli d’Italia.
Il centro storico di questo paesello di neanche tremila anime è una chicca da scoprire lentamente. Ogni scorcio vale la pena di essere immortalato, perchè c’è sempre qualche dettaglio che ispira.
Fermatevi in Piazza dei Poeti, fotografate il vicoletto di Via Amsicora e poi salite verso il Castello della Fava, visitabile al costo di 3 euro, da cui si ha una vista incantevole sul territorio circostante.
Mentre camminate, fate caso alle formelle di ceramica dipinte sui muri. Sono dedicate a Grazia Deledda, la prima donna italiana, nativa di Nuoro, a ricevere il Premio Nobel.
Capo Comino
Dal momento che non sono riuscito a godermi la spiaggia de La Cinta, ci ho riprovato nel pomeriggio. A sto giro ho scelto Capo Comino, sita a venti minuti da Posada, scendendo ancora verso Orosei.
Per fortuna il sole ha deciso di accompagnarmi in queste due ore di relax, in una baia di sabbia bianchissima protetta da una serie di dune punteggiate da ginepri.
E’ caratterizzata dalla presenza di un promontorio, chiamato appunto Capo Comino, su cui svetta un faro. Di fronte c’è l’isola Ruja, raggiungibile a nuoto o anche a piedi, in base alla marea.
Belvedere di Capo Coda Cavallo
Rientrando verso San Teodoro e quindi verso il b&b, mi sono fermato in uno dei luoghi panoramici più apprezzati della zona.
Il Belvedere di Capo Coda Cavallo si trova nei pressi dell’omonima spiaggia. Offre uno scenario spettacolare sulle isole di Proratora, Molara e Tavolara.
Insieme a queste tre forma l’Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo, riconosciuta come sito d’importanza mediterranea per la qualità del paesaggio.
Ho chiuso la giornata andando a cenare in un posto assai interessante, nel verde dell’entroterra gallurese. Ne ho parlato qui sul blog, nell’articolo su dove mangiare a San Teodoro e dintorni.
3° Giorno: spiaggia, Orgosolo e degustazione vini alla Cantina Teularju
Cala Brandinchi
Proseguo il mio racconto della Sardegna orientale, consigliandovi una spiaggia che a mio avviso rientra tra le più belle del mondo!
Cala Brandinchi è un autentico gioiello. Veniteci la mattina presto e godetevela, almeno fino a quando non viene assediata dai turisti.
L’acqua, pulitissima, ha delle sfumature favolose, il fondale è basso per decine e decine di metri, la vista sulla Tavolara è perfetta. L’ho adorata, davvero, e non vedo l’ora di tornarci.
Orgosolo
Nel pomeriggio ho deciso di fare sosta in un borgo decisamente pittoresco situato nella storica regione della Barbagia, verso il centro dell’isola.
Ci vuole un’ora e mezza di macchina per raggiungere Orgosolo, ma vi dico che ne vale la pena, soprattutto se vi piace la street art.
Il grazioso centro del paese infatti è impreziosito da oltre 150 murales. La curiosità è che si tratta di opere che raccontano scene di vita quotidiana di un tempo, eventi storici, messaggi forti su temi attuali come la guerra, la giustizia, l’istruzione, le condizioni lavorative, e altro.
Nel chiosco di ScopriOrgosolo sito in Piazza Caduti in Guerra potete prendere la mappa del paese e l’audioguida che vi accompagnerà alla scoperta dei murales.
Presente anche un piccolo museo etnografico, chiamato Sa Dommo e Sos Corraine, gestito da un’anziana signora che fa da guida personale. Il problema è che si può visitare solo se si è minimo due persone. Quindi, ho dovuto saltarlo.
Cantina Teularju: degustazione vini
Vicino a Orgosolo c’è un altro paesino interessante, Mamoiada, dove la tradizione agropastorale è ben radicata nel territorio.
Nel paese dei mamuthones (le famose maschere di Mamoiada), ha sede una bella realtà locale, l’Azienda Vitivinicola Teularju, gestita dalla famiglia Sedilesu.
Ho conosciuto Francesco, che insieme alla moglie e i tre figli producono vini tipici del territorio dal 2017.
L’azienda possiede un terreno di 8 ettari, dove viene coltivata uva Cannonau attraverso un metodo biologico. L’appezzamento è composto da quattro ghiradas, che corrispondono ai classici cru.
Francesco mi ha portato all’Enoteca La Rossa, dove abbiamo fatto una degustazione a base di pecorino e prosciutto, accompagnata da calici di vino.
E’ stato un momento bello, perchè si sono poi aggiunti i figli, un altro produttore facente parte, come Teularju, dell’associazione locale Mamojà, e due turisti tedeschi. Sembravamo un gruppo di amici in un clima di spensieratezza e allegria.
4° Giorno: escursione a Gorropu e sosta a Su Gologone
Gorropu
Il viaggio nella Sardegna orientale mi ha portato anche a scoprire luoghi naturali di valore assoluto, posti pieni di suggestione in cui vale la pena andare.
Uno di questi è Gorropu, uno dei canyon più grandi e spettacolari d’Europa. Si tratta di un’enorme gola di pietra calcarea erosa dall’azione continua del rio Flumineddu.
Lo scorrere del fiume ha creato pareti di roccia altissime, dove al cospetto ci si sente piccoli piccoli.
Per l’escursione consiglio di rivolgersi a Gorropu.Info, agenzia che offre partenze continue dal Campo Base, non solo nella gola ma anche nel Supramonte.
Si possono scegliere diverse modalità di visita al canyon. Io ho optato, al costo di 25 euro, per il percorso di avvicinamento, con viaggio a/r in fuoristrada e un tragitto a piedi facile nel verde.
Una volta sul posto si pagano ulteriori 5 euro per l’ingresso nella gola di Gorropu. Ci sono tre cammini disponibili, in base alla difficoltà: verde (più facile), giallo (medio) e rosso (difficile). Mi raccomando vestiti comodi, si passa attraverso grossi massi piuttosto stretti. Io ho squarciato i pantaloncini…
Circa le scarpe da trekking nessun problema. Al prezzo di 5 euro si possono noleggiare direttamente al Campo Base!
Su Gologone
Ho passato circa sei ore a Gorropu, poi sono andato via in direzione Oliena. Mi sono spinto ancora un pò nella Barbagia di Nuoro, fino ad arrivare a un altro punto d’interesse naturalistico.
La sorgente Su Gologone è la più importante della Sardegna. L’acqua fuoriesce da una fenditura nella roccia e forma un laghetto dalle meravigliose sfumature di colore.
Il prezzo d’ingresso è di 2 euro, che comprende la permanenza all’interno di un grande parco con tavoli da pic-nic, giochi per bambini e la chiesa di Nostra Signora della Pietà. C’è anche un chioschetto per mangiare e bere qualcosa.
5° Giorno: giornata in barca e Grotta del Bue Marino
Ho deciso di dedicare il quinto giorno di quest’itinerario della Sardegna orientale a una giornata 100% in acqua.
A Cala Gonone, località turistica del Golfo di Orosei, ho acquistato il biglietto di 35 € per un’escursione giornaliera sulla Motonave Pegaso. Il percorso comprende la navigazione costiera fino a Cala Goloritzè (visibile solo dalla barca), con tre soste in spiaggia: Cala Luna, Cala Mariolu e Cala Sisine.
Grotta del Bue Marino
All’escursione, partendo alle ore 10.00 e trascorrendo un’ora in meno a Cala Luna, si può aggiungere la visita alla Grotta del Bue Marino, il cui accesso avviene esclusivamente via mare. Il costo è a parte, va fatto qui ed è di 10,50 euro standard e 5,50 euro ridotti.
La grotta fa parte del sistema Codula di Luna che si espande per 70 km sulla costa orientale sarda. La parte visitabile è una galleria di circa 1 km sita nel ramo sud, l’unico accessibile.
E’ dedicata alla foca monaca, mammifero marino ormai scomparso che un tempo popolava queste zone. Per il suo aspetto, veniva chiamata “bue marino”.
Il tour dura circa un’ora. Una guida specializzata porta il gruppo attraverso i vari ambienti della grotta, tra formazioni calcaree, laghetti sotterranee e la “spiaggia delle foche”, luogo dove la foca monaca si riproduceva.
Se volete fare un’esperienza un pò diversa, ve la consiglio. La grotta è stupenda, così come le spiagge dove mi sono fermato. Cala Mariolu per esempio è una delle più apprezzate in Italia, ma raggiungerla via terra richiede un percorso escursionistico impegnativo.
Volete suggerimenti sulla cena nei dintorni? Date un’occhiata al mio post su dove mangiare a Cala Gonone.
6° Giorno: Cala Goloritzè e degustazione vini alle Tenute Gebelias
Cala Goloritzè
Gli ultimi due giorni di questa splendida vacanza nella Sardegna orientale li ho passati di nuovo al mare. Solo qualche ora, prima del ritorno alla normalità.
Il venerdì ho vissuto un’intensa esperienza in una spiaggia pazzesca, tra le più famose d’Europa. Cala Goloritzè è una piccola baia a numero chiuso, raggiungibile solo via terra attraverso un percorso di trekking.
Qui le barche non possono avvicinarsi, per fortuna. Devono mantenere una certa distanza, al fine di preservare la qualità di questo patrimonio naturale. Così come l’accesso degli ospiti, che è limitato e a pagamento: 6 euro, tramite l’app Heart of Sardinia.
Come arrivare in questa perla della Sardegna orientale
Il punto di partenza è Su Porteddu, bar situato sull’Altopiano del Golgo, sopra al paese di Baunei.
Da qui inizia un sentiero nel verde, prima in salita e poi tutto in discesa fino a intravedere l’Aguglia (viene chiamata così) di Punta Caroddi, alta 143 metri e molto amata dagli scalatori.
Sotto c’è Cala Goloritzè, con le sue acque limpide e turchesi. Fare il bagno in questo paradiso è di una bellezza sconvolgente.
Scarpe comode e tanta acqua. Il sentiero, soprattutto al ritorno, mette a dura prova il fisico. Una salita importante, da non fare magari sotto il sole cocente come ha fatto stupidamente il sottoscritto.
Il bar sarà lì a premiarvi, con birre ghiacciate e, perchè no, un bel piatto di anguria fresca!
Cantina Tenute Gebelias: degustazione vini d’Ogliastra
Dopo l’esperienza in spiaggia, ho fatto un giro a Baunei, paese di montagna protetto dalle cime del Supramonte. Sinceramente non mi ha colpito molto, ma si trova in una posizione invidiabile che guarda tutta la costa dai suoi quasi 500 metri slm.
Ho poi raggiunto il territorio dell’Ogliastra, dove mi sono fermato per circa un giorno e mezzo. Poco, purtroppo, ma conto di tornarci in futuro.
Qui, nei pressi di Bari Sardo, si trova la Cantina Tenute Gebelias, il piccolo mondo vitivinicolo di Nicola Loddo.
Per arrivare alla cantina, si passa con la macchina tra i vigneti. Il terreno granitico a disfacimento è l’ideale per coltivare uve Cannonau, da cui escono vini come il rosso Karam e il rosè Riak.
Durante la degustazione ho avuto modo di assaggiarne diversi, accompagnati da taglieri di pecorino, salumi e coccoi ‘e birdura (pane di verdure).
Quello che ho preferito è stato il Gebel, ottenuto dalla miscela di quattro uve differenti: Cannonau, Sangiovese, Carignano e Cabernet. Questo vino matura prima in barrique, poi in acciaio e infine in bottiglia.
Da provare anche il bianco Amistral, un Vermentino fresco e fruttato, perfetto da assaporare nelle calde giornate estive.
7° Giorno: spiagge d’Ogliastra, visita al Caseificio Pistis e Rocce Rosse
Il viaggio nella Sardegna orientale l’ho chiuso così, con l’ultima giornata di mare e un’altra visita a un produttore di eccellenze locali.
Spiagge da vedere in Ogliastra
Tra mattino e pomeriggio mi sono rilassato in due belle spiagge dell’Ogliastra, vicino a Tortolì.
La prima è quella del Golfetto, dove si trova un’acqua pulita con diversi scogli all’interno. Chiamata anche Cala Ginepro, è protetta da una distesa di pini. La parte di spiaggia libera è piuttosto tranquilla, non troppo frequentata.
La seconda, a pochissimi km di distanza, è quella di Cea. E’ molto suggestiva, grazie alla presenza di is scoglius arrubius, due faraglioni di colore rossastro che fuoriescono dal mare. La spiaggia è dotata di parcheggio a pagamento, il cui prezzo (3 euro) viene scalato da una consumazione al chiosco bar.
Mini Caseificio Pistis
Nel pomeriggio ho fatto tappa al Mini Caseificio Pistis, situato a Lotzorai. Carlo, la cui famiglia produce formaggi da tanti anni, ha avviato solo di recente questa piccola azienda casearia.
Da circa trecento pecore, che potete vederle attraversare la strada principale del paese dirette alla stalla per la mungitura serale, deriva un latte usato per produrre formaggi semicotti, sia freschi che stagionati.
Molto buono il formaggio misto pecora-capra, che ho portato poi a casa. Da provare anche il casu agedu, un formaggio ovino delicato e perfetto da spalmare su pane carasau.
L’amore incondizionato per l’animale, il rispetto della natura e la lavorazione totalmente naturale fanno sì che il Caseificio Pistis sia un punto di riferimento importante della tradizione ogliastrina.
Rocce Rosse di Arbatax
Prima di andare a cena, in un agriturismo che rientra d’obbligo tra i posti dove mangiare in Ogliastra, ho salutato definitivamente la Sardegna orientale.
Sono andato al mare, ad Arbatax per la precisione. Qui c’è una baia molto particolare e suggestiva, resa affascinante dalla presenza della cosiddetta “cattedrale marina”.
Le Rocce Rosse consistono in imponenti falesie di porfido rosso che fanno da protagoniste in questo tratto della costa orientale sarda.
Attraverso una spaccatura negli scogli, si può entrare e ammirare il blu del mare che si fonde con l’azzurro del cielo.
Concludo qui la mia completa guida di viaggio sulla settimana trascorsa nella Sardegna orientale. Ora chiedo a voi: avete mai visitato questa parte dell’isola? Raccontatemi la vostra esperienza nei commenti.
Sui miei profili social Instagram Pietrolley e TikTok ho raccontato le mie avventure in terra sarda attraverso foto e video. Vi aspetto lì!