Ci ho pensato molto prima di partorire questo titolo. Tradizione vincente è la parola giusta, una storia ventennale che unisce indissolubilmente Cascina Barroero e la specialità della casa, la rinomata Nocciola Piemonte IGP. In questo articolo vi parlo della mia visita guidata all’azienda agricola di Cortemilia, tappa imperdibile nel cuore dell’Alta Langa.
Nocciola Piemonte: un prodotto unico
Cos’è che differenzia la Nocciola Piemonte dalle nocciole prodotte nel resto del mondo? La Tonda Gentile Trilobata è una tipica specie coltivata nei territori di Langhe, Roero e Monferrato, compresi tra le province di Cuneo, Asti e Alessandria.
Caratterizzato dal marchio IGP (Identificazione Geografica Protetta), questo celebre frutto possiede alcune caratteristiche che lo rendono unico. Innanzitutto la forma, tonda appunto, poi l’elevata resistenza del seme dopo la sgusciatura, una scarsa percentuale di grassi che porta a una buona conservabilità, e poi chiaramente il gusto saporito e delicato.
Da non dimenticare che il consumo generale di nocciole, ricche di vitamine, proteine e minerali, aiuta a incrementare il colesterolo buono. Quindi ben venga la Nocciola Piemonte nelle nostre abitudini alimentari, abbiamo solo da guadagnarci.
Il mondo della Nocciola Piemonte, made in Cascina Barroero
Quando ho saputo che TuLangheRoero mi aveva organizzato una visita con degustazione di Nocciola Piemonte, la curiosità mi ha assalito. Non ero mai stato in un’azienda agricola che si occupa della coltivazione di questo frutto. L’esperienza finale però è stata molto molto soddisfacente e consiglio a tutti una visita, affinchè possiate conoscere un’antica tradizione dell’Alta Langa.
Cascina Barroero è un luogo sperduto, un’oasi di pace nel bel mezzo della natura. Per arrivarci si guida lungo le tipiche stradine della zona, strette, tortuose, ci si perde tra noccioleti e boschi. Ad accogliervi alcuni edifici in pietra, ben sorvegliati dalle coccolose cagnoline della famiglia.
L’occhio si lascia andare tra le ordinate file di noccioli disposte nei campi, prima di entrare nella hall, dove vi attendono Isabella, Stefano, e i loro cinque figli. Una grande famiglia, che da ben 23 anni mette anima e cuore per mandare avanti l’azienda.
Tutto ruota attorno alla nocciola. Non solo impacchettamento e vendita diretta, ma anche creazione di dolci e torte nel laboratorio di pasticceria. Ristorante, aperto a pranzo su prenotazione, con servizio di piatti tipici locali, come i tajarin (tagliolini freschi). E possibilità di pernottamento, all’interno di una casa vacanze che può anche ospitare gruppi numerosi, con tanto di vista panoramica goduriosa e persino una piscina.
La foto si riferisce al momento finale della mia visita guidata, ovvero la degustazione. Ma andiamo per gradi, perchè voglio raccontarvi per bene il dietro le quinte, ciò che il nostro occhio non vede, ma che sentiamo poi nel momento che la nocciola tocca il palato.
Leggi anche: Cosa vedere a Dogliani
Produzione della Nocciola Piemonte
Cascina Barroero è nata come pasticceria, in quel di Roddi, paesino situato nei pressi di Alba. Stefano, innamorato fin da bambino della nocciola, ha spostato l’attività, decidendo di dedicarsi principalmente alla coltivazione del frutto. L’azienda è stata tra le prime in Italia ad occuparsi di coltura, sgusciatura e trasformazione della nocciola.
Camilla, la figlia maggiore di casa Barroero, mi ha tenuto impegnato un’oretta, parlandomi delle varie fasi che costituiscono il percorso di vita della Nocciola Piemonte. Il mantenimento della pianta, la fioritura, la maturazione e poi la raccolta, e da lì una serie di operazioni meccaniche come l’essicazione, la sgusciatura e la tostatura in pasticceria.
Dietro a tutto questo c’è un lavoro costante e presente, che da tempo consente all’azienda agricola di ricavare annualmente diverse tonnellate di Nocciola Piemonte. Scopriamo quindi insieme come fa Cascina Barroero ad ottenere questi risultati.
Fasi di crescita:
- Coltivazione del nocciolo e potatura
- Fioritura, maturazione e raccolta
- Essicazione
- Sgusciatura
- Selezionamenti e trasformazione (pasticceria)
Coltivazione del nocciolo e potatura
Cascina Barroero possiede circa 20 ettari di noccioleti, sparsi su due colline. Di questi, 12 rappresentano il campo principale vicino alla struttura, mentre i restanti sono disposti in piccoli appezzamenti.
Il nocciolo non si semina, bensì si riproduce grazie a dei piccoli rametti, chiamati bitin, che vengono direttamente presi da una pianta adulta e messi nel terreno. Fino al 5° anno sono improduttivi, poi pian piano cominciano a rendere e dal 10° anno in poi danno il loro meglio.
Quanto possono vivere? Tanto, perchè il nocciolo è di norma una pianta forte, che arriva tranquillamente fino ai 50 anni di vita. Tutto però dipende da come avviene la coltivazione, la cura del vegetale, il corretto mantenimento. C’è anche la possibilità che si verifichino eventi atmosferici che possono causare la morte, oppure che particolari insetti colpiscano l’arbusto.
La potatura è essenziale per la vita del nocciolo. Ce ne sono di 3 tipi:
- Sfoltimento: mantiene la base dei rami sempre pulita e la forma della pianta “a vaso”
- Mantenimento: si tagliano i rami e le parti secche o malate della pianta
- Contenimento: mediante una macchina si tagliano i lati o la cima della chioma, per moderare la crescita
Nel nocciolo i fiori femminili e maschili crescono sulla medesima pianta. I maschi sono delle specie di filamenti che si formano sui rami e liberano il polline. Il vento lo trasporta poi sul fiore femmina, quindi l’impollinazione avviene da altre piante.
Fioritura, maturazione e raccolta
La fioritura avviene nel mese di gennaio. Il fiore maschile, una volta liberato il polline, cade e resta nel terreno; il femminile, dal ciuffetto rosso, raccoglie il polline e inizia a far sviluppare il frutto vero e proprio.
La nocciola inizia a vedersi a maggio, anche se il colore subito sarà verde, in quanto ancora acerbo. Fino a metà luglio rimane così, crescendo però in dimensione. Da quel momento fino al termine di agosto il frutto matura: si vanno a formare il guscio di legno, la pelle e la nocciola all’interno. A inizio settembre il frutto è pronto e dunque cade spontaneamente sul suolo.
La raccolta non avviene più a mano come una volta, ma grazie a un particolare macchinario che funge da aspirapolvere, riducendo notevolmente le tempistiche. Va fatta immediatamente, in quanto il frutto a contatto col suolo tende ad assorbire umidità che ne potrebbe pregiudicare le qualità organolettiche.
Essicazione
Una volta raccolte le nocciole, pulite da terra e rametti, vengono inserite all’interno di un silo. Questo macchinario agricolo, che può contenere grandi quantità, si occupa della fase di essicazione, ovvero la riduzione del grado di umidità.
Non vanno mai prosciugate, ma bisogna tenere la percentuale di umidità sul 10 % per la nocciola ancora provvista di pelle e guscio. Anche in questo caso Cascina Barroero ricorre a un metodo meccanico, mentre va ancora di moda l’essicazione al sole, chiaramente più lenta.
Leggi anche: Cosa vedere nel Roero in 36 ore
Sgusciatura
Dopo la fase dell’essicazione, si mettono in un magazzino tonnellate di Nocciola Piemonte all’interno di sacchi.
Le nocciole sono così sgusciate tramite uno specifico macchinario costituito da due rulli. Si separa il frutto dal guscio.
Una cosa che mi è rimasta in mente è che Cascina Barroero non butta via niente! I gusci delle nocciole vengono riutilizzati all’interno di una caldaia a pellets per riscaldare la struttura, anzi, pare rendano ancora di più.
Selezionamenti e trasformazione
Il primo selezionamento avviene dopo la sgusciatura e consiste nel ripulire la nocciola. Il frutto che presenta del marcio, ossia la nocciola cattiva, la si da ai maiali oppure la si butta nel letame, utilizzato per la concimazione. Quelle buone invece sono divise in base al calibro e mandate in pasticceria.
La tostatura è un procedimento fondamentale per la trasformazione della Nocciola Piemonte IGP. Attraverso forni ad alte temperature (160°) si procede alla doratura del frutto, esaltandone il sapore e l’aroma, e rendendolo più morbido. Ci si impiegano 30-35 minuti.
Si pongono le nocciole crude in un’apparecchiatura che le fa girare per 20 minuti, provocandone la perdita della pelle, riutilizzata come lettiera per gli animali. In seguito c’è un secondo selezionamento, sempre manuale, in cui le nocciole perfette sono messe da parte per essere impacchettate e vendute, mentre quelle “brutte ma buone” sono usate per fare pasta, farina e granella.
La pasta di nocciole è molto liquida e viene adoperata sia in dolci che salati. Ad oggi se ne fa un uso maggiore per la produzione di dessert, ovvero creme, gelati e budini. Cascina Barroero la utilizza per le creme e in una torta della casa unita al cioccolato fondente.
Degustazione
Beh, questa fase non fa parte del processo industriale della Nocciola Piemonte, ma è un plus messo a disposizione dalla Cascina Barroero al termine delle visite guidate. Ad attendermi una tavola in legno piena di prelibatezze, tutte a base di nocciola.
Due creme, due torte (la tipica Torta Cortemilia e la torta a base di pasta e cioccolato fondente), cioccolatini e biscotti di ogni tipo, dai baci di dama ai brutti ma buoni, alcuni anche salati. Insomma, conviene venire a stomaco vuoto, perchè poi l’abbuffata è garantita.
Un ringraziamento personale a Camilla poi, per avermi regalato un vasetto di crema di nocciole. Se stai leggendo questo articolo, sappi che l’ho letteralmente divorato.
Andrete via a pancia piena, felici di aver scoperto la Nocciola Piemonte, importante tradizione dei piccoli centri dell’Alta Langa. Date retta a me, Cascina Barroero è di certo uno dei posti più adatti per vivere una bella esperienza sensoriale. Non dimenticatevi di portare via qualche specialità, mi raccomando!
Certo che il finale non è stato niente male eh? Sono sicura che sarebbe un’esperienza che mi piacerebbe molto fare e ne uscirei con un bel po’ di shopping!
Infatti me ne sono pentito di non aver acquistato nulla. Mannaggia!
Quando ho visitato il grissinificio di Barolo poi ho acquistato un botto di roba. Stavolta mi sono accontentato, ma ho fatto male 🙁
Degustazione finale top, quanto ben di Dio!
Ti abbraccio Ericuzza!
Finale col botto! 😁😁