Langa Astigiana: viaggio autentico tra colline, borghi e torri

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Nella vita di tutti i giorni ci sono quei momenti in cui una persona ha bisogno di pace totale. Se vi state chiedendo dove trovarla, ho pronta la risposta: Langa Astigiana. In questo articolo vi porto a scoprire un angolino di Piemonte autentico al 100%, perfetto per vivere attimi di tranquillità assoluta.

 

Langa Astigiana: viaggio nel silenzio

 

La Langa Astigiana è la provincia meridionale di Asti, lambita da quelle di Cuneo e Alessandria. E’ molto vicina al confine con la Liguria, nello specifico con la Val Bormida, che sarebbe poi la zona dove risiedo.

La primissima impressione che ho avuto, arrivando in macchina, è stata quella di entrare in un mondo nuovo. Come se ci fosse una barriera che racchiude il territorio, un’imponente cinta muraria che lo divide dall’ambiente circostante.

Si guida piano, in stradine tortuose che si snodano tra vigneti, prati e boschi. Nel bel mezzo della campagna astigiana, ecco spuntare paesini che sembrano più agglomerati di case, la cui cornice è impreziosita dalla presenza di torri, campanili e castelli.

monastero bormida borgo

Alcuni siti appartenenti alle storiche regioni piemontesi di Langhe, Roero e Monferrato sono stati dichiarati Patrimonio Unesco. Questo territorio non ne fa parte, ma forse è meglio così, poichè è riuscito a mantenere la sua autenticità.

In questo post vi racconto la mia giornata nella Langa Astigiana. Troverete consigli su come passare il tempo, passeggiando all’interno di caratteristici borghi e degustando un’ottima cucina tradizionale.

 

Langa Astigiana: cosa vedere

 

San Giorgio Scarampi

Il primo contatto con la Langa Astigiana l’ho avuto non appena, venendo da Cortemilia, ho svoltato per salire a San Giorgio Scarampi. Stradina asfaltata ma stretta, piena di tornanti. Zero auto incontrate, due trattori.

Anche sul posto, una volta parcheggiato, non sentivi volare una mosca.  Una signora che puliva per strada di fronte a casa, e poi Piero, la mia guida. Con lui ho visitato la torre medievale, simbolo di un paese che non conta neanche 200 abitanti.

La torre è un’imponente struttura in pietra, con base a scarpa, che risale al XIV secolo. E’ formata da sei piani, di cui il primo, il quarto e l’ultimo coperti da volte a botte. Sotto terra vi è una cisterna che, attraverso un pozzo, riforniva la cucina, dove oggi rimangono il camino e un lavandino.

La salita lungo il mastio, tra ambienti rimasti intatti e altri parzialmente restaurati, destinati un tempo ad uso abitativo per i soldati, porta fino in cima. Belvedere ideale per ammirare i paesaggi della Langa Astigiana.

La visita alla torre, parte di un vecchio castello andato distrutto, è consentita tutto l’anno alla cifra simbolica di 1 euro. L’importante è contattare Piero, dicendogli che vi manda Pietrolley. Scherzi a parte, la prenotazione con un preavviso anche minimo (un giorno) è necessaria. Ecco il numero da chiamare: +39 331 5204764.

Fa impressione come San Giorgio Scarampi sia letteralmente un pugno di edifici, tra cui una torre medievale appunto e persino due chiese.

Una è la Parrocchiale di S. Giorgio, costruzione realizzata in stile barocco dedicata al santo protettore, rappresentato sulla porta d’accesso nel momento in cui trafigge il drago. L’altra è la Confraternita dell’Immacolata, sede della Scarampi Foundation, associazione culturale che ospita periodicamente mostre, convegni e concerti.

 

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Monastero Bormida

Dei tre borghi che ho visitato, Monastero Bormida è quello che mi ha colpito di più. Ho trovato un paese molto pittoresco, con un centro storico rimasto intatto, uno scenografico castello e un ponte romanico che attraversa il fiume Bormida.

E’ nato come complesso religioso, fondato da un gruppo di monaci benedettini che intorno al 1050 vennero chiamati dal marchese del Monferrato per lavorare le terre devastate dai saraceni.

Vi suggerisco di parcheggiare nei pressi del piazzale su cui s’affaccia il Caffè Sport, di fronte alla Scuola Materna. Da lì scendete giù e immergetevi nell’atmosfera medievale del paese che ha dato i natali ad Augusto Monti, maestro di Cesare Pavese. Passeggiate senza meta tra i suoi vicoletti, segnalati da cartelli che riportano i nomi in dialetto delle antiche strade, chiamate cuntrò.

Tutto ruota attorno al Castello, sorto come abbazia e trasformato successivamente in maniero difensivo. L’edificio che si vede oggi, simbolo del borgo e sede degli uffici comunali, è il risultato di una serie di interventi che sono avvenuti nel corso dei secoli, volti ad abbellirlo e restaurarlo.

La visita inizia dal perimetro esterno del Castello, poi si entra dentro, alla scoperta dei piani nobili, dove spiccano diverse stanze dai pavimenti a mosaico e dalle pareti affrescate. In seguito si raggiungono i camminamenti sulla cima, per poi riscendere nelle cantine.

Di ciò che era nell’anno 1000 rimangono la torre campanaria, dalla caratteristica unica di essere collegata al Castello tramite un arco, e il ponte a schiena d’asino che rappresenta un ingresso al centro cittadino.

Proprio quest’ultimo rappresenta uno dei luoghi più interessanti di Monastero Bormida. Qui si trova la baby Panchina Gigante del Cuore, una copia di quella più grossa fatta costruire dall’artista Raffaella Goslino in memoria di Dj Francone, cittadino locale scomparso a 45 anni in seguito a un incidente stradale.

Il ponte, su cui passano anche le macchine (purtroppo), è caratterizzato da vasetti di fiori disposti sui bordi e piccole cappelle che funzionavano come posti di guardia.

 

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Mangiare nella Langa Astigiana: pranzo coi fiocchi

Camminare, visitare, fotografare, tuffarsi nell’atmosfera di un luogo, sono tutte cose che mettono fame. E quando viene l’appetito, soprattutto se si è in giro, è necessario fermarsi per riempirsi lo stomaco di gustose specialità tipiche.

Ho fatto proprio così, dopo la visita a Monastero Bormida. Nei pressi di Cessole, a fianco a un santuario posizionato in una frazione imbriccata quasi dispersa nel nulla, si trova il Ristorante Madonna della Neve.

 

Il posto è bellissimo, c’è poco da dire. Il leggero sforzo per arrivarci viene ripagato da scorci mozzafiato sulle colline astigiane e soprattutto una cucina piemontese di qualità. Il titolare, Pier Massimo, insieme alla sua famiglia, mi ha accolto nel migliore dei modi, permettendomi di sfruttare la calda giornata per pranzare fuori.

Il consiglio è di andarci, senza dubitare. Cortesia, professionalità e conoscenza sono caratteristiche che ben si adattano a questo locale.

Ecco il menu che mi è stato servito:

  • Antipasti: misto di carne cruda, capunet (involtini di verza ripieni) e fagottino al carciofo con riduzione al caffè
  • Primo: agnolotti del plin, serviti direttamente su un tovagliolo di lino come da tradizione per assaporarne meglio il gusto. Addirittura andrebbero mangiati con le mani, sapevatelo!
  • Secondi: misto di carne di cinghiale, coniglio e arrosto, con contorno di verdure
  • Dolce: tiramisù al Moscato
  • Vino: Barbera d’Asti della Val Sarmassa

 

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Roccaverano

Non si può dire di conoscere la Langa Astigiana se si fa a meno di visitare uno dei suoi borghi più rinomati, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: Roccaverano.

E’ il paese più alto della provincia di Asti, situato a 759 m. La caratteristica che lo rende celebre è la produzione della Robiola, unico formaggio ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) in Italia. Proviene dal latte crudo di capra ed è fresca e saporita: dovete provarla!

Parcheggiate e perdetevi nel dedalo di vicoli che caratterizza il centro storico di Roccaverano, fino a giungere in Piazza Barbero, cuore del borgo.

A dominare la piazza c’è innanzitutto la Chiesa di Santa Maria Annunziata, di era cinquecentesca. Anche se non vi è alcun documento ufficiale che lo attesti, pare che il progetto sia stato affidato al Bramante, uno dei maggiori artisti del Rinascimento italiano. Due i tratti distintivi: la pianta a croce greca e la sovrapposizione di ordini differenti sulla facciata.

Di fronte alla chiesa c’è un parco, dove si notano chiaramente i resti del vecchio Castello dei Marchesi del Carretto. Ad oggi è rimasto solo il fronte principale su lato piazza, con feritoie e bifore.

Subito dietro compare la torre a base circolare, unica nella zona. E’ alta 35 metri e ha la stessa misura della sua circonferenza. La salita è complicata, ci sono punti stretti in cui bisogna stare attenti, ma nel complesso fattibile. La vista ripaga lo sforzo!

Roccaverano è anche una tappa del famoso “Giro delle 5 Torri”, evento escursionistico organizzato ogni anno verso metà maggio dal Club Alpino di Acqui Terme.

La manifestazione richiama molte persone, che possono scegliere tra giro lungo (circa 30 km) o corto (circa 18 km). Gli altri paesi toccati sono Monastero Bormida, San Giorgio Scarampi, Olmo Gentile e Vengore. L’anno scorso ho partecipato con amici ed è stata una giornata molto divertente!

 

Dormire in una botte nella Langa Astigiana

Se trascorrete un weekend da queste parti, vi suggerisco di provare un’esperienza unica e particolare, da portare con voi come ricordo di un super fine settimana.

Il B&B Cascina Sant’Elena, posizionato a Bubbio ma molto più vicino a Monastero Bormida, è la struttura che mi ha ospitato, nel bel mezzo della natura. Una botte di legno ben arredata, con tavolo, sedie, piccolo bagno, letto matrimoniale e finestra, oltre che la doccia (calda) esterna.

Alice e Claudio sono i due ragazzi torinesi che dal 2017 gestiscono il B&B, un antico casolare di campagna appartenente alla nonna e riconvertito in struttura ricettiva. Oltre alla botte, si può alloggiare nell’appartamento situato al piano terra della loro casa, una camera con bagno privato ben curata nei minimi dettagli.

All’arrivo Alice e Claudio accolgono gli ospiti insieme ai due cagnoloni, Willy e Wonka, i gattini e anche i pulcini. Una grande famiglia che vi conduce poi nella vecchia cantina per consegnarvi una cesta piena di prelibatezze.

Tutto l’occorrente per l’aperitivo e la colazione del giorno dopo. Bottiglia di Barbera d’Asti Superiore, acqua, taralli, biscotti allo zafferano (produzione propria), confetture, fette biscottate, salame e altro. Nella botte c’è la macchinetta che fa caffè, cappuccino, tè, cioccolata.

 


 

Durante le mie esperienze mi sono reso conto della ricchezza naturale che avvolge la Langa Astigiana e i suoi piccoli borghi, frutti di una terra aspra e selvaggia. Adesso che siete a conoscenza dell’esistenza di questa zona, non vi resta che andare a scoprirla!

Nel frattempo, se volete un’anticipazione, potete aprire le stories in evidenza sul mio profilo Instagram.

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