La mia giornata a Expo 2015 è stata intensa e stancante. Ma dovevo assolutamente andarci. Il fatto di essermi svegliato all’ultimo, così all’improvviso diciamo, ha fatto sì che non mi organizzassi molto bene per la giornata: avendo a disposizione solo la domenica, e volendo andare in treno per risparmiare ed evitare il viaggio in macchina, sono dovuto partire all’improbabile orario delle 04.30 del mattino. Sarei poi dovuto tornare alle 23.15, ma il ritardo del primo treno (da Rho Fiera a P.ta Vittoria) mi ha fatto perdere la “coincidenza”.
Fortunatamente ho trovato ospitalità da un amico che abita a Milano e sono ripartito la mattina seguente… (altro colpo di fortuna: lavoravo al pomeriggio).
La mia giornata a Expo 2015
Arrivato all’ingresso Ovest-Triulza c’è già un bordello di gente in coda per entrare. I cancelli li aprono subito e alle 08.45 sono dentro! Mi dirigo verso il Decumano e inizio la traversata di questo lunghissimo viale con ai lati i vari padiglioni. A dire il vero faccio pochi metri: mi imbatto subito nell’Angola e mi fermo per inaugurare così il mio Expo. “Alimentaçao e cultura: educar para inovar”, è questo lo slogan del paese africano. Un pò di coda, neanche troppa, ed entro. Mi aspetta un padiglione carino e curato che si presenta su tre livelli, con al centro un baobab stilizzato, considerato il simbolo della vita in Angola.
Ah, dimenticavo. Appena passati i controlli, ho acquistato il famoso Passport Expo, in cui ho messo i timbri dei padiglioni che ho visitato. Peccato per alcuni in cui il timbro era rotto, ma comunque la maggior parte è presente e ho portato a casa un bel ricordo materiale dell’esposizione, davvero caratteristico.
Ebbene, il mio giro prosegue tra le visite agli altri padiglioni, sia quelli più piccoli tipo Sierra Leone, Nuova Guinea, Sri Lanka, Laos, Zambia, Zimbabwe (il panino col coccodrillo era finito purtroppo! ), Bolivia, ecc, sia quelli più grandi e con più coda, tipo Malesia, Bielorussia, Belgio, Regno Unito, Marocco, ecc. Tralascio quelli con tante ore di coda, come Germania, Austria, Kazakistan, Azerbaijan, Emirati Arabi, e via dicendo, perchè non voglio perdere troppo tempo. Vedo il più possibile, il passaporto è quasi pieno di bolli, e mangio al sacco (panini e bibite).
Solo nel padiglione dell’UK mi fermo dieci minuti per una Lemon Cheesecake e una Pink Apple, e dalla Tanzania per un caffè tipico. Per il resto sempre in movimento, reflex al collo, sacca blu e occhi dappertutto.
Il padiglione inglese mi è piaciuto molto dal punto di vista architettonico: è tutto incentrato sulle api e il loro movimento, da un frutteto attraverso un prato fiorito fino a raggiungere l’alveare. La struttura esterna che rappresenta l’alveare è bellissima.
Tra i padiglioni migliori che ho visto, ci sono la Malesia e il Marocco. Per entrambe faccio un bel pò di coda, ma ne rimango soddisfatto. Il Malaysia Pavillion si mostra sotto forma di quattro semi che rappresentano la potenzialità di crescita del Paese. Per cominciare ci si siede e si assiste a un video breve, poi si esplorano le diversità della Malesia, la gastronomia proveniente dalla foresta pluviale e le erbe con proprietà medicinali.
Molto interessante anche il Marocco che mostra le numerose biodiversità, la ricchezza dei suoi alimenti e i suoi sapori. E’ un viaggio sensoriale, si attraversano le varie aree in cui tutti nostri sensi partecipano: si vedono e toccano prodotti, si annusano odori, si sentono rumori. E’ un viaggio di scoperta della cultura e delle risorse naturali marocchine.
Faccio poi anche un passo nell’area italiana, anche se non ho interesse a visitare il padiglione Italia. Ci sta invece la classica foto all’Albero della Vita, davvero stupendo.
Conclusioni
Alla luce di queste ore trascorse all’esposizione, posso ritenermi contento di aver visto questa grandissima mostra. Certo, ci vogliono minimo due giorni per visitarla, e secondo me neanche bastano, però sono riuscito a vedere tanti e differenti Paesi. Si tratta di un evento unico e straordinario, chissà quando mi ricapiterà un evento del genere a 3 ore da casa mia?
“Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita“, questo il motto di Expo, il tema principale dell’esposizione, che lancia un forte e chiaro messaggio: bisogna trovare una soluzione ai problemi della fame e dell’alimentazione inadeguata. Come? Tramite un miglioramento del regime alimentare, l’innovazione tecnologica e scientifica, l’educazione nutrizionale e il rispetto dell’ambiente.
Concludo col fantastico passaporto tutto timbrato!