Sfruttando due domeniche d’estate, ho completato un’interessante ferrovia che unisce due regioni, Liguria e Piemonte. La Valbormida, in provincia di Savona, va a incontrare l’intrigante Alto Monferrato di Acqui, la cui provincia è rappresentata da Alessandria. Inauguro così la nuova rubrica Stazioni e Ferrovie, con una linea vicina a casa e tutta da scoprire.
Mi sono concentrato sulle varie stazioni che compongono la ferrovia, iniziando da San Giuseppe, maggiore stazione valbormidese, e terminando ad Alessandria. La prima tratta mi ha visto arrivare fino ad Acqui Terme, mentre nella seconda ho proseguito fino alla città capoluogo di provincia.
Nonostante la ferrovia veda come punti d’inizio e fine San Giuseppe e Alessandria, il treno parte e arriva a Savona. La tratta che la collega alla frazione valbormidese prevede due varianti, di cui una molto antica e l’altra più recente.
Inizialmente, a fine 1800, le stazioni/fermate toccate dal treno in partenza da Savona erano Santuario, Sella, Ferrania e Bragno. Successivamente, al fine di facilitare gli spostamenti, venne creato un secondo valico che da Savona permetteva di arrivare a S. Giuseppe: in quel caso il treno fermava a Maschio, Altare e Carcare.
Oggi si utilizzano ancora entrambe le varianti, anche se alcune stazioni sono state dismesse.
Ferrovia Alessandria – San Giuseppe di Cairo
La linea si estende per 84 km, di cui 50 tra San Giuseppe e Acqui Terme e 34 tra Acqui e Alessandria. Pensate che quest’ultima tratta è stata una delle prime realizzate dal Regno di Sardegna, inaugurata nel lontano 1858. Voluta per facilitare il trasporto merci verso la Pianura Padana, ha visto la completazione nel 1874 con il percorso San Giuseppe – Acqui Terme.
Tra le note di questa linea a binario semplice c’è il fatto che è stata l’ultima linea italiana a vivere l’elettrificazione trifase, prima di essere convertita in corrente continua nel 1976.
Il mio itinerario è iniziato dalla stazione di San Giuseppe di Cairo, a pochi km da casa, ed è terminato, in due giornate distinte, ad Alessandria. Per comodità dividerò le due tratte, partendo dalla ferrovia che giunge ad Acqui Terme.
Premetto già che non troverete tutte le stazioni, in quanto alcune ho deciso di saltarle di proposito, semplicemente perchè, informandomi online, non ho trovato elementi che m’incuriosivano.
San Giuseppe di Cairo – Acqui Terme
Ecco le stazioni poste sulla ferrovia: San Giuseppe di Cairo, Cairo Montenotte, Rocchetta Cairo, Dego, Piana, Merana, Spigno, Mombaldone-Roccaverano, Montechiaro-Denice, Ponti, Bistagno, Terzo-Montabone, Acqui Terme.
San Giuseppe di Cairo
La stazione di San Giuseppe di Cairo è un importante snodo della Valbormida, attivissima anche sulla linea Torino – Savona e capolinea dei treni per Fossano. Seppur il paese sia solo una frazione di Cairo Montenotte, la stazione è di livello ben superiore. Conta ben cinque binari e uno scalo merci ancora attivo.
A pochi metri dal grande fabbricato viaggiatori, arrivano i convogli pronti a salutarci per sempre: la demolizione dei rotabili è una delle attività svolte a San Giuseppe.
Nella foto un vecchio indicatore di provenienza dei treni, tutt’oggi funzionante. Poco dopo averlo fotografato, una voce umana (assurdo se ci pensate, visto che ora sono tutte registrate) ha annunciato l’arrivo di un treno da Savona e la scritta “da Altare” ha preso ad illuminarsi, unita al suono del campanellino. In tutta la ferrovia l’ho visto solo qui!
Rocchetta Cairo
La stazione di Rocchetta si è ridotta a semplice fermata ferroviaria a binario unico, ma si presenta in discreto stato, un pò rovinato dagli anni che corrono.
Ben visibile l’iscrizione laterale in ferro col nome della stazione, fatta in nero su cartello bianco. Resiste ancora in mezzo a due finestre, di cui una murata.
Credo che un cenno sia doveroso per la vicina stazione di Piana. La facciata è stata ridipinta negli ultimi anni e ora si mostra tutta gialla con gli infissi grigi. Curiosa l’iscrizione in rilievo che la si trova sia di fronte lato paese che lato binari, caratteristica oggi abbastanza inusuale.
Merana
Appena dopo Piana si entra in Piemonte, nell’alessandrino. La ferrovia prosegue fino a trovare la fermata di Merana, dove ogni giugno si tiene la celebre sagra dei ravioli. Non c’entra nulla, ma sapevatelo! 😀 Tornando al discorso, l’edificio è piuttosto piccolo, bianco, col nome scritto sui tradizionali cartelli blu anni ’80.
Come sapete, mi piace cercare dettagli che oggi si trovano sempre più di rado. E’ il caso della vecchia indicazione di uscita dalla stazione, ormai difficile da trovare.
Spigno
Dopo Merana si arriva a Spigno Monferrato, dove sono tornato due volte per fotografare un treno in arrivo da Savona. Per fortuna su questa ferrovia le locomotive sono ancora decenti, mentre sull’altra linea piemontese che porta a Torino passano solitamente i Minuetti, colorati di blu, verde e grigio, che personalmente non mi piacciono per nulla.
Qui vediamo un altra tipologia di cartello, quello nero dipinto con scritta bianca riportante il nome della stazione, sia di lato che davanti lato binari.
Mombaldone-Roccaverano
Una delle mie preferite. Il fabbricato viaggiatori è molto bello, così come il nome riportato su cartello nero con cornice color ocra. L’edificio è ancora buono, un pò scrostato al piano superiore, ma con tutte le finestre al loro posto.
Sul lato il cartello che mostra il nome della stazione è un pochino rovinato, ma crea un effetto particolare e piacevole se si guarda da distante.
La foto manda subito indietro di cinquant’anni, grazie anche al leopolder pronto a squillare al momento opportuno e al RAR, utilizzato per dare il consenso d’ingresso in stazione al treno incrociante.
Montechiaro-Denice
La strada verso Acqui prosegue, così come la ferrovia, fino a incrociare il vecchio fabbricato di Montechiaro-Denice. Torniamo indietro al cartello bianco con scritta nera, che indica in questo caso non soltanto il nome della stazione, ma anche i bagni. Avete mai notato la scritta “Latrine”? Se non è questo un elemento del passato!
Ponti
A Ponti ho trovato una pace assoluta. Sarà per tutto il verde che circonda la stazione, sarà per le mucche al pascolo poco più in su. La visuale è davvero piacevole e vi assicuro che sono rimasto lì un bel pò. Non ho incrociato treni, ma ho fotografato ben bene il vecchio fabbricato merci che riporta ancora l’antica scritta dipinta sul muro.
Interessante la presenza di una biglietteria automatica, cosa rara, che permette di acquistare viaggi sui treni delle Ferrovie dello Stato.
Terzo-Montabone
Ho detto di Mombaldone, ma anche Terzo-Montabone mi è piaciuta molto. La stazione si trova un pò fuori dal centro abitato, questo situato in posizione rialzata da cui si gode di panorami eccezionali su Acqui Terme e dintorni.
Ho avuto la fortuna di capitare in un momento in cui arrivava il treno diretto a Savona, spinto da una locomotiva E.464 che non potevo lasciarmi sfuggire.
Il fabbricato viaggiatori è in ottimo stato, con linee colorate che mi piacciono molto. Soprattutto le particolari cornici a finestre e porte, su cui troviamo scritte come “Movimento” e “Sala d’aspetto”. Tutto sembra al proprio posto, la stazione mantiene a mio avviso un bel fascino.
E tra le piante ecco che sbuca il cartello PL (passaggio a livello) con la progressiva kilometrica (rispetto alla stazione di partenza della linea).
Acqui Terme
Ultima tappa la stazione di Acqui Terme, punto d’arrivo della tratta e incrocio della ferrovia Asti – Genova.
L’edificio, seppur ovviamente moderno, è molto bello, sia fuori che dentro, dove le banchine degli 8 binari sono coperte da una pensilina metallica dell’800.
Nella foto potete vedere parcheggiati gli orribili minuetti di cui vi parlavo prima. A volte penso che se fossi nato a inizio ‘900 invece che verso la fine mi sarei goduto di più sia le stazioni che i treni di allora!
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Acqui Terme – Alessandria
Ecco le stazioni poste sulla ferrovia: Strevi, Cassine, Sezzadio, Gamalero, Borgoratto, Cantalupo, Alessandria.
Strevi e Cassine
Le due stazioni sono molto vicine tra loro e le metto insieme perchè le ho trovate simili. Entrambe hanno una pensilina metallica e un cartello tradizionale blu che riporta il nome. L’edificio si presenta in buonissimo stato.
Caranzano e Gavonata
Un semplice cenno per queste due stazioni dismesse e abbandonate. Sia Caranzano-S. Andrea che Gavonata sono situate lungo la linea, ma non più servite dai treni. Se vi piacciono i luoghi abbandonati, potrete avventurarvi. Io mi sono limitato a qualche foto, il degrado è evidentissimo. Resistono il cartello blu e quello bianco a scritta nera di Gavonata, ormai sommerso dagli arbusti.
Sezzadio e Gamalero
Anche loro vanno insieme, in quanto tutt’oggi presenti sulla linea ma non più servite da Trenitalia. A Sezzadio ho trovato un curioso cartello che indica il nome, poi visto di nuovo nella stazione di Borgoratto, mentre Gamalero si è rivelata in uno stato piuttosto decadente, ma comunque col suo fascino, non credete?
Borgoratto
Ultima stazione da me visitata sulla linea. A Borgoratto, comune di neanche 600 abitanti, la stazione è praticamente attaccata al passaggio a livello. Come per Sezzadio, anche qui mi ha colpito il particolare cartello attaccato al muro, vicino alla scritta “Uscita”.
Cantalupo
Mi sarebbe piaciuto visitarla, ma non ci sono riuscito. Da Cantalupo ad Alessandria la ferrovia raddoppia i binari, ma attualmente risulta ferma, disabilitata. Il treno arriva ad Alessandria dopo Borgoratto, evitando la fermata in quel di Cantalupo.
Cantalupo, ben rappresentata in questa foto di qualche anno fa, è posizionata anche sulla linea che portava a Cavallermaggiore. Nel 2012 molte linee sono state dismesse, tra cui questa, in cui rimane attivo solo il tratto tra Alba e Cavallermaggiore, servito dai treni del servizio ferroviario metropolitano di Torino.
Una parte della tratta, tra Castagnole delle Lanze e Nizza Monferrato, è stata riattivata di recente per i bellissimi treni storici della Fondazione FS, solitamente in partenza dalla stazione di Torino Portanuova.
Riassumendo, la ferrovia Alessandria – San Giuseppe di Cairo mi è piaciuta molto. A partire dai treni, trainati da locomotive di qualche anno fa, passando per il binario che spesso e volentieri accompagna la strada principale e le stazioni, molte delle quali hanno conservato un certo fascino.
E voi avete qualche linea ferroviaria che non vi stuferete mai di percorrere? Raccontatemelo nei commenti! Chissà che in futuro non ci faccia un salto… 😉
La stazione di Gamalero ha un fascino incredibile, soprattutto dovuto al suo stato di abbandono.
Bellissime le insegne.
Vero? Mi ha fatto la medesima impressione.
Per fortuna le insegne non le hanno rimosse e sostituite con quelle “nuove”.