Treno della Sila: esperienza di viaggio a contatto con la natura

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treno stazione moccone

Durante il viaggio in Calabria, ho provato un’esperienza nuova e affascinante, che senza dubbio mi ha riempito di sensazioni felici: il Treno della Sila. Nell’articolo parlo di questa giornata a bordo di un vecchio treno a vapore, un tuffo nel passato che non ho mai vissuto.

 

Il Treno della Sila: un’esperienza da fare

 

Entrare a contatto con un parco nazionale, polmone verde della Calabria centrale, e farlo attraverso un viaggio in treno che tocca boschi, pascoli e vecchie stazioni, non è da tutti i giorni.

Tornerete a casa sporchi di carbone, come il mio cappellino, che per farlo venire pulito ho dovuto lavarlo e rilavarlo. Pazienza, non importa, perchè questo viaggio lento, carico di magia ed emozioni, sarà un ricordo indelebile.

treno sila

Il Treno della Sila viaggia tutto l’anno, nei weekend e anche durante alcuni giorni festivi. Il biglietto si acquista online entro le 08.30 del giorno del viaggio e ha validità esclusivamente per una data e un orario specifico. Per sapere quando avvengono le partenze, suggerisco di monitorare il sito ufficiale.

Costo del biglietto:

  • Adulto: 15 €
  • Ridotto (da 0 a 12 anni): 8 €

E’ possibile anche acquistare biglietti a bordo, in caso ce ne siano di invenduti. Il prezzo è maggiorato di 2 €.

Leggi anche: Cosa vedere in Calabria in 5 giorni

finestrino treno

Il Treno della Sila è un’esperienza turistica ideata dall’Associazione Ferrovie in Calabria e promossa dall’azienda di trasporti Ferrovie della Calabria. Il convoglio parte dalla stazione di Moccone, nel comune di Spezzano della Sila, ferma a Camigliatello Silano e poi riparte con destinazione San Nicola Silvana Mansio, la più alta stazione a scartamento ridotto d’Europa (1406 m).

La tratta fa parte della cosiddetta ferrovia silana, linea che collegava la città di Cosenza con San Giovanni in Fiore. Il percorso fu aperto a partire dal 1916, ma dal 1997 si cominciò il lento procedimento di chiusura, che si concluse nel 2011. Della vecchia linea rimane solo la Cosenza – Pedace, usata nella tratta che porta a Catanzaro Lido.

Data la mia curiosità per il mondo ferroviario, ho deciso di provare l’avventura a bordo del Treno della Sila in mattinata, mangiare un buonissimo panino all’Antica Salumeria Barrese e andare a scoprire il resto della tratta nel pomeriggio.

 

Il Treno della Sila: racconto della mia avventura

 

Moccone – Camigliatello Silano

ruote treno

Il mezzo, trainato da una locomotiva a vapore del 1926 realizzata dalla famosa azienda tedesca Borsig, è arrivato a prenderci a Moccone. Quella domenica eravamo veramente tantissimi ad attenderlo, di cui la maggior parte famiglie con bambini al seguito.

Dopo il controllo dei biglietti siamo saliti all’interno di bellissime carrozze di legno, con finestrino apribile. Mi sembra scontato dire che ho passato quasi tutto il viaggio con la testa fuori, accarezzato dalla freschezza del territorio boscoso.

stazione camigliatello silano

Tra i fischi di un macchinista divertito, abbiamo attraversato il passaggio a livello dove i conducenti delle auto erano tutti fuori col telefono in mano per riprendere il momento. In seguito siamo giunti a Camigliatello Silano, unica fermata intermedia del percorso.

Il treno si è presto riempito, dato che molte persone sono salite qui. Così siamo ripartiti alla volta di San Nicola Silvana Mansio, “tetto ferroviario” d’Italia.

 

Camigliatello Silano – San Nicola Silvana Mansio

rifornimento acqua treno vapore

Ho detto una bugia, Camigliatello non è stata l’unica fermata. A dire il vero il Treno della Sila ha arrestato il percorso anche nei pressi della stazione di Sculcà. Qui abbiamo avuto la possibilità di scendere e assistere al processo di rifornimento idrico, cose appartenenti a un mondo che non c’è più.

Così dopo cinque minuti buoni siamo risaliti e abbiamo proseguito la marcia verso San Nicola Silvana Mansio. Il binario si snoda tra paesaggi da cartolina, dove non si può non innamorarsi del verde intenso che caratterizza il Parco della Sila.

treno sila vapore

animali pascolo sila

La FCL 353 viaggia ai 40 km/h, permettendo ai passeggeri di godersi appieno il viaggio, ammirando panorami naturali stupendi, come questo pascolo di bovini.

San Nicola Silvana Mansio è il capolinea della tratta. Qui siamo scesi ed abbiamo assistito a un altro processo interessante: l’inversione del senso di marcia della locomotiva.

Niente macchinari, si fa a mano. Prima la FCL è stata sganciata dai vagoni, poi rifornita e infine si è proceduto a rimetterla in testa per il ritorno. Questo è avvenuto grazie ad alcuni volontari che, attraverso la forza delle braccia, hanno mosso la piattaforma girevole e ruotato il locomotore.

locomotiva fcl sila

Alla caratteristica stazione di San Nicola Silvana Mansio abbiamo atteso il rientro. Volendo si può fare un’esperienza gastronomica curiosa, presso il ristorante “La Locomotiva”. Sì, è proprio come pensate, si mangia all’interno di un piccolo treno!

Io invece mi sono fatto un giretto nella sala del capostazione, dove sono contenuti alcuni reperti storici risalenti ai decenni passati, come fotografie, articoli di giornale e vecchi orari.

stazione san nicola silvana mansio

sala capostazione

Verso mezzogiorno sono ripartiti in direzione Moccone, stavolta non più seduto dal finestrino, ma in piedi, nell’ultimo vagone, con lo sguardo rivolto al paesaggio che stavo lasciando. Arrivato a destinazione per l’ora di pranzo, ho salutato il Treno della Sila.

Sarei curioso di fare quest’esperienza in inverno, sotto Natale, con un manto di neve a ricoprire il paesaggio. Sarebbe tremendamente suggestivo, non trovate?

 

Ferrovia Silana: a spasso per la linea abbandonata

 

Nel pomeriggio, dopo il pranzo veloce, ho deciso di proseguire l’esperienza ferroviaria. Il progetto Stazioni e Ferrovie, basato sulla scoperta di antiche stazioni e linee dismesse, va avanti.

Non è stato facile, perchè nella Sila ho avuto parecchie difficoltà di segnale, quindi trovare le stazioni si è rivelato più complicato del previsto. Però anche questa è stata una sorta di avventura, perchè ho guidato in luoghi sperduti, immersi nella natura, tra pascoli e vecchie case.

Sono entrato in paesi e borghi silenziosi, tra lo stupore dei passanti che mi vedevano girare con fotocamera al collo. A diverse persone locali ho anche chiesto informazioni per raggiungere la stazione, la maggior parte delle volte infilata in zone dimenticate da Dio. Ve l’ho detto, è stata un’esperienza!

stazione pedace serrapedace

stazione rovito abbandonata

La ferrovia silana partiva da Cosenza e arrivava a San Giovanni in Fiore. E’ stata aperta a tratte, a partire dal 1916 e fino al 1956. Poi nel 1997 si è cominciato a sospendere il servizio passeggeri tra San Giovanni e Camigliatello, allargandosi nel 2008 a Spezzano e nel 2010 a Pedace.

Oltre alle tre che fanno parte della tratta del Treno della Sila, ho visto le stazioni di Pedace, Serrapedace, Celico, Rovito, Santo Janni e San Giovanni in Fiore. Alcune sono ormai edifici abbandonati, altre sono state trasformate in abitazioni private.

stazione san giovanni in fiore

stazione celico abbandonata

fabbricato viaggiatori santo janni

 

Leggi anche i miei racconti sulle ferrovie:

 


 

Il Treno della Sila si è rivelata un’esperienza bellissima e sono contento di averla condivisa con voi. Ditemi, avete mai vissuto un’avventura di questo tipo? Se sì, dove? Così me lo segno per il futuro! 😉

2 Commenti

  1. Per me il treno è il mezzo migliore per muoversi, e molte volte attraversa paesaggi che con altri mezzi non vedresti mai. Può capitare anche che si fermi nel bel mezzo della natura, per via di un guasto o ritardo, ed è bellissimo…
    Non sono mai stata sulla Sila, in realtà il sud è il mio grande sconosciuto, ma sono proprio queste le esperienze che il viaggiatore cerca; poter rivivere sulle tracce del passato, ritrovare i vecchi orari che si usavano una volta. E come non sentirsi coinvolti ad ogni stazione che ricorda i propri caduti?

    • Hai ragione, è un’esperienza molto suggestiva e coinvolgente. Ti sembra di essere catapultato in un attimo negli anni ‘50, che io non ho vissuto ma che mi sarebbe piaciuto fare!
      Devi rimediare perchè la Calabria è ancora una terra abbastanza selvaggia, poco inflazionata! Mi raccomando 😉

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