Puglia: cosa fare nel Gargano in cinque giorni

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Definito “lo sperone d’Italia”, il Parco Nazionale del Gargano è un’area naturale protetta che ha il suo fulcro nell’antichissima e verdissima Foresta Umbra e comprende pure la Riserva Marina delle Isole Tremiti, il fiore all’occhiello. In questo articolo dedicato alla Puglia, parlerò di cosa fare nel Gargano in cinque giorni.

 

Informazioni utili per il viaggio

 

Ho raggiunto il Gargano con un volo diretto da Torino a Bari, operato da Ryanair. Non ero al corrente che se arrivavo tardi al gate, rischiavo di dover lasciare il bagaglio in stiva. E così è stato, essendomi imbarcato tra gli ultimi.

Arrivato a Bari, ho subito ritirato la macchina. Per viaggi del genere, è consigliabile sempre noleggiare il mezzo, evitando di affidarsi alla rete pubblica. Infatti, spesso e (mal)volentieri, parlando in generale, alcuni paesi sono difficilmente raggiungibili, così come le spiagge minori e angolini suggestivi che meritano una visita.

Personalmente, da poco mi sono appassionato di viaggi on the road, avendo in passato preferito il soggiorno in una singola città. Per un viaggio di questo tipo, scegliere la macchina diventa essenziale. Un ottimo sito a cui appoggiarsi è questo.

Easyterra permette di comparare i prezzi dell’autonoleggio, dandoti la possibilità di ottenere la vettura più adatta, cercando tra i migliori fornitori in circolazione. Interessantissima l’opzione “senza preoccupazioni“, la mia preferita, in quanto prevede la copertura totale per danni, il chilometraggio illimitato e la politica del carburante pieno-pieno. Insomma, un valido portale a cui dirigersi per il noleggio dell’auto, facile da usare e molto intuitivo.

Ho soggiornato in tre strutture diverse: l’Hotel Salaria a Rodi, la Locanda al Castello a Peschici e Palazzo Manfredi a Vieste. Ho prenotato con Booking, per me sempre la primissima scelta riguardo i pernottamenti. Oltretutto il fatto di essere “viaggiatore abituale”, mi dà diritto a benefici Genius e sconti sui prezzi d’alloggio.

Quando andare

Settembre per il Gargano è probabilmente, insieme a giugno, il periodo migliore per venire qua. Il clima è perfetto, ho beccato quasi sempre giornate soleggiate. Di giorno si sta benissimo in maglietta e pantaloncini corti, la sera magari ci sta un golfino. Ottimo periodo anche grazie al fatto che il territorio non è invaso dai turisti, le strade e le spiagge non sono per niente affollate e quindi si riesce a godersi meglio il viaggio.

 

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Cosa fare nel Gargano in cinque giorni – Itinerario

 

Cosa fare nel Gargano – Day 1

Il primo giorno, coincidente con una domenica, l’ho passata a Rodi Garganico, in mattinata, e in mezzo alla natura nel pomeriggio. Tornando a Rodi in serata, mi sono goduto un bellissimo tramonto sul mare… e un bel piatto di orecchiette pomodoro e cacio ricotta. Ci tengo a ricordare, casomai ce ne fosse bisogno, che gusti e sapori contribuiscono alla valutazione di un’esperienza. E in Puglia la cucina è super!

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Avendo l’hotel a due passi dal mare, mi è bastato attraversare la strada e arrivare al caratteristico porticciolo. Da qui si ha un bel colpo d’occhio sul borgo che sarei andato a scoprire a breve.

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Salendo verso il centro storico, si ha l’impressione di passeggiare per un antico borgo di pescatori, con case attaccate l’una all’altra e a picco sul mare. Più o meno a metà, inerpicandosi tra i vicoli si giunge a una balconata rivolta al mare chiamata U Vuccl’: qui un tempo le mogli si affacciavano a chiamare i mariti durante la loro attività di pesca.

Le scalinate conducono verso Piazza Rovelli dove fermarsi a gustare un’ottima colazione. Tra l’altro, il servizio che ho trovato a Rodi è stato ineccepibile.

Proseguendo per una via laterale, si arriva a una zona chiamata Sotto Il Castello. Tempo fa infatti Rodi era dominata da un castello aragonese a cui si accedeva solo tramite un ponte levatoio e di cui ora non si hanno più tracce. Nelle giornate limpide, la vista spazia fino alle Isole Tremiti.

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Il pomeriggio invece l’ho dedicato ai ricchi ambienti naturali del Gargano: il lago di Varano e la Foresta Umbra.

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Il lago di Varano l’ho trovato un’oasi di pace dove potersi rilassare lontano da tutto e da tutti. Non c’era davvero anima viva nei paraggi. Percorrendone una parte con la macchina, ho avvistato diversi pescatori intenti a lanciarsi a caccia di qualche pesce da portare a casa.

E’ il maggiore lago costiero dell’Italia meridionale, collegato alle acque adriatiche grazie a due canali. Anguille, orate e spigole costituiscono la fauna principale del lago, la cui acqua viene costantemente addolcita dalle sorgenti provenienti dai monti circostanti.

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Questa invece è la Foresta Umbra, dove la temperatura cala abbastanza. In maniche corte si ha freddo qua, serve un k-way a mio avviso, anche perchè da un momento all’altro potrebbe cominciare a piovere. O anche diluviare, come nel mio caso ovviamente!

Il nome Umbra deriva dal latino e significa cupa. Infatti il polmone verde del Gargano vanta una folta e variegata presenza floristica e faunistica, con querce, pini d’Aleppo e faggi imponenti e altissimi che fanno ombra ai sentieri. A proposito di percorsi, ce n’è per tutti i gusti, di differenti lunghezze, sia per pedoni che per ciclisti. Riguardo alle specie di animali, si trovano caprioli, gufi, tassi, cinghiali, ghiri.

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Camminando si arriva al Cutino d’Umbra, un laghetto nel mezzo della Foresta, dove io mi sono fermato a mangiare un pezzo di focaccia pugliese.

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Cosa fare nel Gargano – Day 2

Il secondo giorno, dopo la colazione nel centro di Rodi, ho lasciato il paese per dirigermi verso due tappe del viaggio: Vico del Gargano e Monte S. Angelo. In serata avrei poi raggiunto Peschici per la prima delle due notti trascorse nel borgo.

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Vico l’ho visitata in piena tranquillità, molto molto lentamente. Ha una storia antichissima, in passato è stato possedimento dei Normanni e degli Svevi, dei quali ancora rimane un imponente castello.

Il borgo medievale si divide in tre rioni: Terra, Casale e Civita. Chiamato anche il “paese dell’amore”, ha come patrono San Valentino e nel bel mezzo del borgo il celebre Vicolo del Bacio. Questo strettissimo passaggio misura 50 cm in larghezza ed è lungo circa 30 m. Per attraversarlo, le coppie sono praticamente costrette a sfiorarsi le labbra.

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Il vero piacere sta nel girare a piedi per il borgo, che presenta caratteristici saliscendi in pietra. Qui è tutto in pietra: strade tortuose, case (perlopiù abbandonate), scalini scavati nella roccia. Sicuramente un impatto diverso rispetto alle facciate in calce bianca degli altri paesi garganici.

Imperdibile poi la vista panoramica, da restare a bocca aperta.

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Da Vico fino a Monte S. Angelo c’è un bel pezzo di strada. Si passa attraverso la Foresta Umbra, una strada quasi deserta ma piena di curve e tornanti.

Monte S. Angelo si trova arroccata su una collina, in una posizione che le consente di avere importanti visuali sul Golfo di Manfredonia.

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Il borgo è famoso per il turismo culturale e religioso. Tanti fedeli arrivano qui per visitare il Santuario di San Michele Arcangelo. Si narra che nacque da quando apparve l’arcangelo in una grotta e cominciò a parlare con la gente longobarda che si era stanziata nel Gargano.

Per avere un punto di vista diverso sulla città, si può entrare nel Castello di Monte S. Angelo, che mantiene tracce dei diversi popoli passati da quelle parti: Longobardi, Normanni, Svevi, Aragonesi e Angioini.

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Non ho trascorso molto tempo qui, credo sia il luogo del Gargano in cui sono stato di meno. Ho camminato per il rione Junno, fatto di serie di casette in calce bianca a schiera e stradine strette, molto caratteristico.

Da provare (io non l’ho fatto però) le tipiche ostie ripiene. Invece, ho assaporato le cartellate.

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Cosa fare nel Gargano – Day 3

Il terzo giorno ho fatto una gita fuoriporta che se ti trovi nel Gargano è assolutamente d’obbligo. Sto parlando della Riserva Naturale delle Isole Tremiti, un parco marino amatissimo dai sub per la ricca presenza di specie faunistiche e floristiche nei fondali.

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Dal 1996 fa parte del Parco Nazionale del Gargano e si compone di cinque isolette:

  1. San Domino, completamente ricoperta da una fittissima pineta che si protende fino al mare. Da non perdere le splendide calette e le grotte.
  2. San Nicola, l’isola principale della riserva, interessante dal punto di vista artistico-culturale.
  3. Cretaccio, praticamente solo uno scoglio, un grosso scoglio.
  4. Capraia, disabitata, un must per le immersioni.
  5. Pianosa, nominata Riserva Marina Integrale. Visitabile solo previa autorizzazione dell’Ente del Parco. Vietate le immersioni, se non tramite guide specializzate.

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Con l’imbarcazione, partita da Peschici, sono arrivato al mattino in un’oretta e mezza. Giornata splendida e calda.. ahh come mi mancano quei momenti!

La tappa è stata all’isola di San Nicola, il centro storico e amministrativo delle Tremiti. Dal porticciolo si sale su, attraverso una stradina che porta fino in cima. Occhio a camminare con le infradito: si scivola che è un piacere!

L’isola è protetta da un’antica cinta muraria a picco sul mare che accompagna fino al centro del paese e all’Abbazia di Santa Maria a Mare, fondata dai monaci Benedettini. Fate caso, durante la salita, alle piastrelle che tappezzano le mura con citazioni di canzoni di Lucio Dalla. Infatti egli, nella sua villetta qua a San Nicola e nell’altra nella vicina San Domino, trascorreva le estati.

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Impossibile non fermarsi qualche istante ad ammirare i panorami mozzafiato presso i bastioni che s’incontrano lungo il tragitto.

A difesa dell’Abbazia, c’è il Castello dei Badiali, con l’annesso Torrione Angioino.

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Nel primo pomeriggio, dopo un pranzo semplicissimo al bar, ho effettuato il tour delle grotte marine. Tramite un motoscafo abbiamo costeggiato l’isola di san Domino, con la sua pineta degradante sul mare, le spiaggette minuscole e appunto incantevoli grotte. Per esempio, meritano un cenno la grotta delle Viole e la grotta delle Rondinelle.

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Durante il tour ci siamo concessi anche un bagno nelle limpide acque adriatiche, nella zona dove nei fondali è presente da 19 anni una statua di Padre Pio.

A metà pomeriggio, abbiamo fatto ritorno a Peschici, giusto in tempo per ammirare un bellissimo tramonto dal porticciolo.

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Cosa fare nel Gargano – Day 4

Il quarto giorno è cominciato con un’ottima colazione alla Locanda al Castello, dove ho anche soggiornato. Il posto è in pieno centro storico, alla sommità di Peschici. Mi è stata data una camera grande e spaziosa, con stupenda vista sul mare. Pensate che in lontananza si vedeva pure il borgo di Rodi!

Peschici è il paese garganico che mi ha colpito di più. Dal porticciolo, oltre a contemplare piacevoli tramonti, se si volge lo sguardo verso il borgo abbarbicato si rimane affascinati di fronte al suo candore. Una scalinata porta su proprio al Castello, dove le prigioni sono tutt’oggi accessibili al pubblico, mentre i piani superiori sono abitati da privati.

L’altro accesso al borgo arriva dalla parte più moderna, dove ci s’imbatte in una torre di difesa e una porta, chiamata Porta del Ponte, in riferimento al vecchio ponte levatoio che serrava il paese proteggendolo dai nemici.

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Il centro storico, manco a dirlo, è zona a traffico limitato ed è fatto di stradine tortuose e vicoletti caratteristici su cui si affacciano le tipiche case di intonaco bianco. Senza programmarsi nulla, si prende la fotocamera e si gira, alla scoperta di ogni angolino suggestivo. Io ne ho trovato uno, per esempio, di cui mi sono letteralmente innamorato. Mi ha ricordato tantissimo le isole greche.

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Nel pomeriggio ho abbandonato la cittadina per scendere ancora più a sud, in direzione Vieste. La litoranea è una strada bellissima, pulita, piena di verde, e con scorci incantevoli sul mare.

Pochi km dopo Peschici si arriva alla Baia del Turco, dove ho trascorso il pomeriggio. Parliamo di una caletta nascosta e custodita dal promontorio del Gargano, il cui nome riporta alla mente gli sbarchi passati di saraceni e pirati. Ci si arriva in pochi minuti, percorrendo a piedi un sentiero sterrato, dopo aver parcheggiato la macchina. La sabbia è fine e qui, almeno a settembre, regna la tranquillità. Ci si può rilassare sotto il sole e farsi due nuotate al largo, a cui si arriva camminando un pò visto i bassi, e cristallini, fondali.

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In serata sono giunto a Vieste, il pittoresco villaggio considerato il centro principale del Gargano. Se devo essere sincero, Vieste, tra tutti i borghi che ho visitato, è quello che mi ha colpito di meno. Penso che anche il tempo ci abbia messo del suo, soprattutto durante la visita alle grotte del giorno dopo quando il vento era forte, il cielo grigio e la temperatura fresca.

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Cosa fare nel Gargano – Day 5

L’ultimo giorno è iniziato alla ricerca del Trabucco di S. Lorenzo, a pochi km da Vieste. Non so se ne avete mai sentito parlare, ma ci troviamo lungo la rinomata costa dei trabucchi. Cosa sono sti trabucchi? Sono antichi strumenti di pesca, grossi macchinari utilizzati un tempo per catturare i pesci. Sono costruiti in legno e ancorati alla roccia da tronchi di pino d’Aleppo. Da qui partono le antenne che sorreggono una grande rete, chiamata trabocchetto, che aveva il compito di intrappolare la preda.

Tanti sono andati distrutti, tanti altri invece sono tutt’ora presenti e luogo di ritrovo di artisti e artigiani. Alcuni, tipo il Trabucco Da Mimì, sono stati rivisitati e adesso ci si può addirittura fermare per un aperitivo o per la cena.

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Due simboli che caratterizzano Vieste e il Gargano in generale sono l’Architiello di San Felice e il Pizzomunno.

L’Architiello è un arco scavato nella roccia, ricoperto dalla macchia mediterranea. Si può osservare recandosi presso la Torre di San Felice, che delimita l’omonima baia. La leggenda vuole che siano state le Ninfe e i Tritoni a dargli vita, in onore del tempo trascorso nel Gargano da Nettuno e sua moglie Anfitrite.

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Il Pizzomunno invece è l’emblema di Vieste, un monolite in pietra calcarea alto 25m posizionato lungo la battigia della spiaggia. Si dice che facendo un giro completo attorno al Pizzomunno ed esprimendo un desiderio, esso si avvererà.

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Vieste è divisa in due parti: una nuova, piena di negozi e ristoranti, e una vecchia, il vero e proprio borgo, dove si mescolano le caratteristiche viuzze e attraverso strette salite si arriva al castello, oggi appartenente all’esercito e dunque inaccessibile. Una delle chiese in cui entrare è la Cattedrale di Santa Maria Assunta, situata nella parte alta di Vieste. Le antiche botteghe attirano i visitatori, qui è possibile fare scorta di prodotti tipici, come l’olio d’oliva, i pomodori secchi e i lampascioni.

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Adesso che sapete cosa fare nel Gargano in cinque giorni, siete pronti per fare le valigie e raggiungere questo selvaggio angolo di Puglia. Qualcuno di voi c’è mica già stato? Raccontatemelo nei commenti qua sotto!

18 Commenti

  1. Credo che tutto il Sud Italia sia fantastico! Sul Gargano io ci sono stata oramai 20 anni fa e mi hai fatto venir voglia di ritornarci … davvero bei posti!
    E anche io, quando posso, scelgo sempre giugno o settembre per viaggiare: non c’è l’ammasso dei turisti e si sta davvero bene con il clima 😉

    • Pure io! Periodi perfetti.
      Dai, mi auguro tu possa tornarci perchè sono posti splendidi, sorprendenti!
      Grazie della visita Katia 😉

  2. Ah, il Gargano è un luogo magnifico!
    Quanti ricordi mi hai fatto venire in mente con questo post: abbiamo visitato questa zona della Puglia durante un on the road per l’Italia!
    Rodi Garganico, Vieste, Peschici e Monte S. Angelo sono borghi unici, di una bellezza “accecante” un po’ come il sole da quelle parti!!
    Dovremmo ritornare per un giro alle Tremiti… intanto mi godo i ricordi 😉

    • Hai ragione, sono borghi stupendi ❤️
      Mi fa piacere poterti riportare con la testa a quegli istanti 😊
      Che ontheroad avete fatto?
      Grazie per essere passata! Salutoni a Ste 😉

      • Abbiamo fatto un giro dell’Italia, attraversando Lazio, Puglia, Abruzzo, Umbria e Toscana.
        Un giro stupendo di cui abbiamo dei ricordi ancora più belli!
        Prima o poi continueremo il giro spingendoci anche in Calabria! 😉

      • Sono rientrata pochi giorni dal Gargano….bellissimo e sono assolutamente d’accordo con quanto descritto….tranne il fatto dei tramonti sul mare….impossibili caso mai alba sul mare siamo a est!!!

  3. Bellissimo il giro che hai fatto!! Io conosco meglio il Salento, ma mi incuriosisce fermarmi anche un po’ più su, magari la prossima volta che scendiamo! Su giugno e settembre d’accordissimo, sono i mesi migliori!! Se non si va solo per il mare, secondo me è molto invitante anche il resto dell’anno, qualche anno fa siamo stati, sempre in Salento, per Pasqua e ci è piaciuto moltissimo poter visitare con calma posti altrimenti spesso affollati!

  4. bell’articolo! Dettagliato e pieno di approfondimenti! Bravo davvero! Anche se ora con quelle foto dei piatti mi hai fatto venire una fame!!! 🙂

  5. Che belle foto! E che bel viaggio (seguito in diretta su Instagram). Io, purtroppo, mi sono limitata a Vieste e dintorni, perché avevo a disposizione solo due giorni. Sicuramente tornerò nel Gargano

    • Roberta, che piacere! È stato proprio un bel viaggetto, ho scoperto una terra che mi ha rubato il cuore!
      Dovrai tornarci per forza 🙂
      Grazie per la visita!

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